Pagina (129/302)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      È una grande punizione questa che Dio ci ha mandata! Ah sì, non credevo che si potesse penare tanto a questo mondo! Si fa di tutto per risparmiare i soldi per un cartoccio di tabacco e al colloquio vi si dice che non avete cuore di lasciare il vostro uomo senza una pipata per passare il tempo che non passa mai!
      - I sigari o il tabacco, pazienza. Se non si fuma, non si crepa. A me è andato perduto il cesto, una volta dopo l'altra, per due o tre giorni. Se non ci fosse stata una buona guardia, mio marito sarebbe morto consunto di fame. Con una pagnotta di regalo ha potuto tirar innanzi e scrivermi per domandarmi se ero morta, se l'avevo dimenticato. È stato un vero crepacuore. Gli avevo mandato un pranzo da far risuscitare i morti, un cesto pieno di grazia di Dio, e lui, povero diavolo, era rimasto in cella a straziare il mio nome onorato con delle ingiurie che non meritavo. Avete ragione voi, Antonia. È una grande punizione questa che Dio ci ha mandato!
      Finalmente! I primi rintocchi rovesciarono la folla verso il banco delle guardie. La gente sgomitava, si sbuttonava, si riversava tenendo in alto i canestri, protendendo le borse e i fagotti, pregando di accettare la corba e supplicando gli agenti a essere buoni, che erano lì da un pezzo con la roba gelata.
      Le guardie non avevano tempo da ascoltare storie. Prima della una dovevano verificare circa mille soccorsi. Prendevano quelli che capitavano loro alle mani, senza guardare e senza commuoversi. Chi non rispondeva sollecitamente alle domande, veniva lasciato col pranzo in mano.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

I cannoni di Bava Beccaris
di Paolo Valera
pagine 302

   





Dio Dio Antonia Dio