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      Lo sfiatatoio era il contrario di un conduttore d'aria. Si crepava dal caldo e i malviventi imploravano un sorso d'acqua. Non so da dove venivano perché a tutte le stazioni se ne caricavano e in alcune se ne scaricavano.
      Il brigadiere che aveva in consegna le stie, era un uomo tarchiato con una faccia da simpaticone. Quando gli si diceva di essere buono e di provvedere gli assetati di un fiasco d'acqua, andava sulle furie dicendo che non voleva essere buono. I buoni non facevano carriera e lui era già sulla lista dei futuri marescialli.
      - Consideratemi cattivo e mi troverete buonissimo.
      E io, davvero, ero della sua opinione. In fondo alla mia nicchia, lo consideravo uno di quegli arnesi di sentina che godono a far patire la gente tribolata, come godevano i carabinieri dell'Andalusia del 1893-94, i quali davano pane e merluzzo ai morenti di sete e nerbate a coloro che desistevano dal correre intorno la stanza giorno e notte!
      Un po' più in là, dovetti ricredermi. Egli non era la iena che supponevo. A una stazione intorno il collo della riviera di levante, si era lasciato impietosire da tutte le voci che gli dicevano:
      - Sia buono, signor brigadiere!
      E mi ha fatto piacere. Perché è sempre una consolazione sapere che un uomo rinsavisce o si stanca del piacere di torturare gli impotenti.
      Il brigadiere fece discendere il carabiniere a riempire il fiasco e ordinò che se ne desse una golata a ciascuno.
      Per dissetarvi, il carabiniere è obbligato ad aprire la cella con un catenaccio che cigola dalla ruggine e non scorre che con dei calci, e a versarvi l'acqua in gola.


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I cannoni di Bava Beccaris
di Paolo Valera
pagine 302

   





Andalusia