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      Io sono poi invalida da un anno, e sono obbligata a rimanere sempre in casa. In questa condizione come volete che io sia in caso di fare propaganda?
      In letteratura io e la Kuliscioff siamo divisi da un abisso. Ella, se l'ho capita bene, sente ancora dell'affezione per la vita romanzesca intessuta dalla fantasia dell'autore e drappeggiata nella fraseologia che non lascia esalare i cattivi odori dell'ambiente. Io sono più rude. Spalanco tutte le porte, discendo in qualunque fogna e mi servo del linguaggio dei personaggi che riproduco. Il mio temperamento mi trascina ad essere sincero in ogni manifestazione della vita senza preoccuparmi se farò smettere di leggere o chiudere il libro anche agli amici che mi vogliono bene.
      La ragione di questo nostro dissenso letterario è che in fondo alla Kuliscioff è rimasto un po' d'idealismo e un po' di misticismo. Ella dà la preferenza al libro che lascia vivere qualche illusione e che non svergina o smaga brutalmente chi legge, e crede alla immortalità dell'anima. Non mi meraviglierei domani di saperla spiritista.
      Sul terreno delle questioni economiche essa torreggia. E il futuro storico del socialismo italiano lascerebbe un gran vuoto nel suo lavoro s'egli non ci dicesse l'influenza che questa donna ha esercitato sul movimento di quest'ultimi venti anni.
      Nel resto la Kuliscioff è donna capace di grandi amori e di odii inestinguibili(5).
     
     
      GLI ULTIMI GIORNI DEI DEPUTATIE DEI GIORNALISTI AL CELLULARE
     
     
     
      Turati, De Andreis, Romussi, Federici e Valera si sono riveduti, dopo tante noie, con dei baci, degli abbracci e delle strette di mano, nel cellone esagonale B, numero 2, del secondo raggio.


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I cannoni di Bava Beccaris
di Paolo Valera
pagine 302

   





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