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      Mi tirerebbe su lo stomaco e mi ridarebbe le forze perdute. Il mio corpo deve avere una calorificazione incompleta. Stanotte mi sentivo freddo. O piuttosto mi pareva di avere in me un umidore freddo che mi andava dalla radice dei capelli alle unghie dei piedi.
      Provavo la sensazione di un organismo che sta raffreddandosi. Sommerso nell'ombra e nel silenzio m'intenerivo. Mi sentivo le lagrime in gola e non piangevo. Che cosa pagherei a essere un fisiologo consumato! Potrei uscire con un diario completo sulle sensazioni della fame. A me pare che ne risentano tutti gli organi. Sono spossato dappertutto. Il cervello pare vuoto, la testa è indolenzita e pesa due volte, le braccia sentono il bisogno di rimanere adagiate, i polpacci delle gambe paiono carichi di piombo e i piedi mi dànno l'idea che stiano per slogarsi. E tuttavia, dopo i primi giorni, non ho mai provato le insurrezioni di una fame canina. Mastico senza piacere come un automa.
      I miei movimenti sono diventati lenti e faccio fatica a tener aperti gli occhi. Sono determinato a rifarmi con la pagnotta, ma la mia determinazione non val nulla dinanzi all'atonia dell'apparecchio digestivo. La forza digestiva è come interrotta. Ieri sera stavo facendo il letto e ho dovuto sedere sul materasso due volte. Mi sembravo vicino al deliquio. Federici è stato buono anche questa volta. Mi ha dato un cucchiaio di magnesia effervescente. L'ho bevuta col piacere che dà lo champagne. Ho respirato più liberamente.
      Ghiglione è andato dal medico.


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I cannoni di Bava Beccaris
di Paolo Valera
pagine 302