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      Forse neanche. Poichè per una predilezione speciale verso il signor Gerolamo, mi si accetterà "in via affatto provvisoria." In seguito - appena si aprirà il concorso - farò gli esami o naturalmente, andrò a "soldo." Dove, in qual ramo? È anche per noi un mistero. Quello che so di certo, è che diventerò impiegato "d'ordine." Mi pare di vederti, sulla tua seggiola, la calza in mano, mandare un grande sospiro. Sì, il tuo sogno, il sogno che hai accarezzato lungamente, studiosamente, sta per diventare una realtà vera. Io sarò impiegato. Potrai dire: mio figlio è impiegato del governo! Forbisciti la bocca. La nuova in paese farà chiasso. E lo speziale? Quel gianfrullone che s'ostinava a credermi un poco di buono? Creperà dalla bile. Lui già non è che un pessimista. Un repubblicanone che, sparla degli uomini, delle istituzioni, dei sistemi, ti ricordi? Ma perchè allora continua a fare l'ufficiale di posta governativo? Chiacchere. Mamma, sei contenta? E io? Ah, io non vivo che per i tuoi desideri. Avrei amato una posizione libera, indipendente, per rifare me stesso, per conquistarmi il posto sociale a furia di lavoro e di studio. Ma tu, mamma, hai soffiato troppo sui miei ideali perchè insista. Quando si è costretti a pensare al pane, il resto diventa un'ubbia. A dirtela, l'ignoto alla mia età non mi sarebbe spiaciuto. Vivere di desiderî, di urti, di febbri.... Ma sì, saremmo stati disgiunti per sempre. Invece, appena avrò la mesata sicura, tu lascierai la casuccia e verrai qui, ad abitare col tuo povero Giorgio che ti vuol tanto bene.


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Alla conquista del pane
di Paolo Valera
Editore Cozzi Milano
1882 pagine 237

   





Gerolamo Giorgio