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      Ci saranno dei miscredenti dei figli del diavolo, non dico di no. Ma e da noi? Beppe, quel cocciuto che, non mette mai piede in chiesa, non è egli un dannato dal cielo? In qualunque prato è la gramigna. Ma di chi la colpa? Date al fanciullo una buona educazione, una educazione che s'insinui per le maglie dell'organismo e vedremo. Vengano pure dopo i falsi profeti a tentare, di svellere ciò che gli è germinato nel cuore. Mugghiano i venti intorno all'arboscello. Egli vi rimarrà abbarbicato e morrà avviticchiato alle sua fede - la fede eterna - la fede, dei santi padri - la fede di tutta la umanità. Leggi a Don Peppino queste ultime righe che morrà di piacere. Di nuovo nulla. Un bacio e addio.
     
     
      ADORATA MAMMA.
     
      Ma perchè disperi, perché dubiti? E puoi credere che io me ne starei qui a zonzo, se non avessi la certezza di nicchiarmi nella società burocratica? Mettiti nella testa ch'io sto ai panni del mio Protettore colla tenacità direi quasi dell'ostrica. Non lo secco, non lo martirizzo con delle domande inutili, ma gli sto davanti il più che posso come un terribile punto interrogativo. Egli ha promesso e da uomo d'onore manterrà, diavolo! Lo so anch'io che noi abbiamo fretta, che il bisogno ci stringe tutti i giorni ma come dirglielo? I signori, lo sai, non pensano neanche che un giovine possa avere i bocconi di pane contati. Mancherebbe! in mezzo agli affari di borsa, alla politica, alle cariche amministrative, è molto se si ricordano che alle undici la colazione è preparata e che alle cinque, la minestra è in tavola.


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Alla conquista del pane
di Paolo Valera
Editore Cozzi Milano
1882 pagine 237

   





Don Peppino Protettore