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      Sono almeno quieti nelle ore dei pasti? Neppure. Il signor Gerolamo, che è, come ti ho detto, un personaggio, apre le lettere o scorre i giornali tra una cucchiaiata e l'altra. Non fa complimenti nè alla moglie, nè alla figlia. Continua a sprofondarsi nel Diritto, nel Fanfulla, nella Perseveranza, senza punto accorgersi, credo, dei piatti che mano mano gli vanno scambiando. Adesso fanno pressioni per nominarlo deputato. Immaginati allora che galera per quell'eccellente galantuomo. Sua moglie, mi diceva una di queste sere, ch'ella è una donna defraudata. Perchè le hanno dato marito se questi doveva essere più degli altri che suo? Fino in letto, essa se lo vede circondato di fogli e di lettere e di suppliche. E guai a interrogarlo quando la sua mente è imbevuta degli interessi cittadini. Ti guarda con tali occhiate che non ripeti il gioco una seconda volta. Siamo giusti, non è ammirabile? Egli è scrupoloso e sa valutare il mandato che gli hanno affidato i concittadini. Il suo dovere avanti tutto e prima di tutto. Ora, secondo me, il torto è della signora Marta che non sa, col sagrificio, innalzarsi fino a lui. Che te ne pare, mamma? Del resto io non sciupo. Da questo lato puoi vivere tranquilla. Mangio appena il necessario. Una zuppa alla mattina, una minestra a mezzogiorno e una rostita alla sera con un quinto di vino e dieci centesimi di pane. Colla lettera consegno al corriere la biancheria sporca. Mandami a volta di corriere qualche paio di calze e dei fazzoletti da naso. Un bacione a Ortensia e voglimi bene.


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Alla conquista del pane
di Paolo Valera
Editore Cozzi Milano
1882 pagine 237

   





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