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      Diciamolo addirittura: non poteva essere più abile, come non poteva rivelarsi più crudele.
      - L'avverto, signor avvocato, ch'io non permetto si insulti l'oratore della legge.
      - Io non insulto. Affermo dei fatti.
      - Rifacciamo insieme o signori, la storia di questa grande peccatrice e vedremo che cosa resterà di tutto ciò che abbiamo pazientemente ascoltato.
      A tredici anni Maria si sente donna senza sapere il perchè si diventa tale. Idolatrata dalla mamma, adorata dal babbo, cercata dalle amiche, festeggiata dai parenti, essa diventa malinconica. Che mai poteva passare per la mente di una bambola? Non vi spaventate o signori. Quella fanciullona che sente ancora dell'acerbo, ha già avuto dei desiderî, dei desiderî che non andavano al di là di un giovanotto pallido, coi calzari medioevali, il berretto a fettuccia e la mandóla al collo. Le faccenduole della casa, i lavori dell'ago, le distrazioni della campagna, non riescono più a ridarle la gaiezza perduta. I suoi pensieri galoppano dietro agli ideali della sua fantasia, e giorno per giorno, le edificano un mondo che ahimè! doveva in una splendida giornata tramontare col sole. Chi era il colpevole che le aveva trasmesso quel bisogno precoce di amare, di amare immensamente, grandemente, a ogni costo? Tutti e nessuno. Tutti perché l'universo è un palpito incommensurabile. Nessuno perchè l'amore è un movimento dei sensi e dell'anima. A quattordici anni essa ha trovato il suo Paolo. Non è bello, ma la sua immaginazione accesa glielo dipinge più superbo di un Dio.


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Alla conquista del pane
di Paolo Valera
Editore Cozzi Milano
1882 pagine 237

   





Maria Paolo Dio