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      Una scena alla quale ho assistito, darà l'idea del come la sbracheria che si moltiplica colla stessa incoscienza per cui basisce, mette in piazza i "segreti" di famiglia.
      La lavandaia del quarto uscio aveva tre figlie: due in fiore e l'altra lì per sbocciare. Elena e Giovanna erano già.... emancipate. Avevano già i loro ganzi - nelle persone di due forti dal calzone a campana e dal gruppo al collo. Ma per queste la mamma non aveva pensieri. Secondo la sua espressione, aveva già buttate loro le briglie alle spalle. Le sfuriate per dei minuti di ritardo, erano tutte per Maria.
      - Guarda che te strozzi! Guarda che vui minga che te faghet la slandra come quij alter.
      Tuttavia, una sera, Maria non compare. Dalla fabbrica usciva alle otto. Alle otto e mezzo, secondo la prescrizione, doveva essere in casa. Passano le nove, passano le nove e mezzo, passano la dieci, ma dessa non viene. La povera donna, ora vuotava il sacco delle bestemmie, ora andava sulla porta, in mezzo alla piazzetta, coi pugni sui fianchi, guardando da destra a sinistra, senza che la sottana a quadretti di Maria scantonasse. Allora le lottiste, quelle che trovano sempre un ambo nei fatterelli del vicinato, lì in crocchio a malignare e a prendere parte alla disperazione della madre, corrono agitate alla supposizione di qualche disgrazia.
      - Teresa, a se le fosse capitata un accidente? Ci sono le macchine.... denti di ferro. Non si sa mai.
      L'orrore produce un immediato bisogno di sapere. Escono in tre, volano alla fabbrica Binda in porta Romana, battono alla porta e domandano ansanti: si è fatto male qualcuna?


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Alla conquista del pane
di Paolo Valera
Editore Cozzi Milano
1882 pagine 237

   





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