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      - Nessuna.
      - Ma allora, Maria? Non sapete niente di Maria?
      - Ma di che Maria? Nello stabilimento ce ne saranno per lo meno trecento di Marie.
      - Io vi parlo della mia, disse la madre.
      - E io vi dico che non c'è nessuno!
      E chiuse loro lo sportello in faccia.
      Durante l'assenza, la madre non lasciava passare occasione per maledirla.
      - La vœuj pù in cà mia. Che la vaga in dove l'è stada finna adess.
      Ma poi, dallo sdegno implacabile, passava alla tenerezza - per quanto poteva essere possibile a quella donna di intenerirsi.
      - La trovarà l'uss de legn. Oh oo de vedella anca mì!
      Alla terza sera ero lì per coricarmi, quando sento la voce di Teresa che rivibrava per la strettoia del nostro brevissimo corridoio. Allungo il collo dalla ringhiera. Teresa era giù in corte, che con una mano stringeva la figlia e coll'altra all'aria le additava la porta.
      - Va, va, che noo vœuj pù vedet denanz ai me œucc! Porca d'ona vergognascia! A dì che voreva no che la diventass ona slandra de casott e che oo vosà de stufim, tutt i sir.... Va, va, che se no, mi me ven ona certa roba de strangolatt senza nanca lassat dì Jesus!
      Ma appena dessa accennava ad andarsene, la madre le stringeva sempre più il braccio e la respingeva con violenza verso il muro.
      Mercè la madre, nessuno della numerosa vicinanza ignorava, da quel momento, che Maria aveva perduto il giocattolo della verginità.
     
     
     *

      * *
     
      La due ringhiere racchiudevano il grosso. La prima che si distendeva in due lunghissime braccia infisse nel muro aveva poveri più poveri della sorella al secondo piano - escluso l'uscio in fondo del subaffittuario.


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Alla conquista del pane
di Paolo Valera
Editore Cozzi Milano
1882 pagine 237

   





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