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      In quel minuto la fanciulleria indiavolava. Bi-a ba, bi-o bo, - a, b, c, h, uno, due, tre: ammutinando, urlando, impazzando.
      Arturo mi lasciò mezzo minuto per sedare il fracasso. Sentii la bacchetta percotere sul molle e sul secco: sulla membra e sulle panche.
      - Scusami sai. Non potresti venirmi a prendere fra mezz'ora?
      - Io sono qui per la visita.
      - Tanto meglio. Se non ti vedo vengo io al Municipio.
      Erano già alla lettera p. Appena il segretario lesse il mio nome, scappò fuori in una sfuriata.
      - Dovevate aspettare un po' ancora. Le Autorità non sono qui a fare il comodo di voialtri - sbruzzaglia!
      Mi si fece sbiottare in una stanzaccia e passare immediatamente in un'altra, davanti alla Commissione. Il sindaco, il comissario governativo, rappresentato da un capitano, due medici, il maresciallo dei carabinieri e uno scribacchino secco secco, macilento macilento, colla faccia che pareva satollata a farina di castagne.
      Mi misurarono dall'alto al basso, mi cinsero i fianchi, lo stomaco, mi picchiarono le costole ad una ad una, mi diedero qua e là dei pugni sulla cassa che rimbombava il suono, mi piegarono brutalmente le giunture, facendo della mano coltello, mi fecero fare dei passi a testa alta, girando su me stesso e con soddisfazione pronunziarono in coro la parola omicida: abile!
      - Ne faremo un bersagliere, disse il capitano puntandosi sulle mie spalle di peso.
      - Facciamone un carabiniere, soggiunse il maresciallo.
      - Intanto, mi permettano di far loro osservare che io patisco i crampi e che ho gravissime varicose alla coscia sinistra.


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Alla conquista del pane
di Paolo Valera
Editore Cozzi Milano
1882 pagine 237

   





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