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      Ma se da queste miserie terrene io mi sollevo fino al vertice della questione, allora, o signori, o soci carissimi, mi sento riconsolato. Nostra è la colpa se la piccina che abbiamo plasmata col concorso delle vostre... mani, cammina sorretta dalle dande? Perchè non triplicate il capitale, perchè non le date forza, perchè non mettete in circolazione una nuova emissione di azioni? Nostra è la colpa se la maggioranza dei soci ci fa spendere in carte bollate e avvocati, il doppio delle quote dovute alla società - a quella società che dovrebbe scattar come un solo uomo quando uno dei membri contravviene allo statuto? Avuto voi letto Rousseau? Leggete, o signori, il Contratto sociale e proverete nell'adempire i vostri doveri una gioia ineffabile. Nostra forse è la colpa se la malattia - questa malattia bubbonica che non perdona, si diffonde in tutti i paesi e entra in tutte le stalle assicurate? O signori, voi avete un bel dire, voi, perchè non sapete per quali ragioni il listino di borsa sale o discende. Ma addentriamoci nelle viscere e palpiamole. Quella è la ragioneria. Squaderniamo i suoi libri - che sono gli oracoli sociali. Che cosa vi leggiamo o signori? Troviamo che la società deve ai propri membri un complessivo di lire ottantamila. Non rabbrividite. Questo è il dare. Leggiamo, di contro, l'avere. I soci devono in tanti arretrati centoventimila. Respiriamo. Un avanzo netto di quarantamila lire in sei anni - non tenuto calcolo del mobilio e degli stipendî e dei pagamenti fatti.


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Alla conquista del pane
di Paolo Valera
Editore Cozzi Milano
1882 pagine 237

   





Rousseau Contratto