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      Una pipata per voialtri monatti. Oh crudeli! Ecco là che lo alzano. Quale spettacolo, Oh gli animali! gli animali! Dal lenzuolo gli sfuggono la testa e i piedi, Che piedi! Una cera chiesaiuola. Che testa! L'orribile nel giallo. Patapunfeta! È nel cassone. Un cassone sempre unto di carne umana che serve per tutti i morti. Presto, presto, andate via con quel vostro baule di materia. Finalmente! Il corteo ha svoltato per la via del teatro anatomico. Povero derelitto, tu almeno hai finito di dolorare e di patire.
     
     
     *

      * *
     
      Il medico mi ha mandato nella sala dei convalescenti. Io gliel'ho detto e ripetuto: ma se sono ancora ammalato, se provo fitte dappertutto come prima, peggio di prima?
      - Non siete ammalato soltanto voi, mi ha egli risposto. Voi contate una "degenza" di quasi due mesi. Immaginatevi se tutti ci stessero in letto due mesi! Dove si dovrebbero mettere gli ammalati nuovi sempre lì pronti alla porta, come sciame che aspetti di precipitarsi sul miele? Animo! Voi siete giovane e vi farà bene il sole della strada.
      - Mille grazie.
      E voi, povere gambe mie, vi acconcierete ai consigli del medico? Su, ritte, la ginnastica, il movimento vi daranno forza. Benefattori, gente pia, uomini di cuore, è questo il concetto grandiosamente umanitario che vi ha spronati a dare le vostre dovizie all'ospedale maggiore? Ma o signori amministratori, se non bastano cento letti, mettetecene duemila. Ma gli spiantati, i senzaletti, gli ammalati, non hanno forse diritto a un gramo pagliericcio?


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Alla conquista del pane
di Paolo Valera
Editore Cozzi Milano
1882 pagine 237