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      Dite, non è assai meglio la pace umida della fossa, dove tutto tace - perfino il budello insaziabile che ci impresciuttisce ogni giorno? Datevi la mano - urtatevi se non avete coraggio - ma sparite - ma seppellitevi - ma finitela con questa vitaccia che vi logora e vi spolpa e non vi lascia una lagrima per piangere.
     
     
     *

      * *
     
      Mi sono avvicinato al gruppo illustrato dal sole. Paiono marmi slavati dalla tempesta. Il più nasuto, la ventraia nuda fino all'ombelico - le gambe incavallate, parlava trinciando l'aria. È il novellista del sito.
      - Ve la dò per quello che vale, diss'egli - ma vi giuro che non aggiungo un ette. Me l'ha raccontata l'86 questa notte. Brrr! Sento ancora freddo.
      - Sentiamo! sentiamo!
      - In Torino, in via.... aspettate, non mi ricordo più ma fa lo stesso. In Torino dunque abitava il solaio di una casuccia, una povera vedova con quattro figli, tre femmine e un maschio. La madre orlettava in una calzoleria e guadagnava 75 centesimi al giorno - la festa esclusa.
      - E i figli?
      - Non interrompetemi: guadagnavano niente i piccini! Ma sì! Permettetemi di accorciare perché ho la voce in cantina. Non mi danno che lattate e zuppe, porcodio. Dove sono rimasto? Va bene. Alla vigilia di san Michele - una giornaciaccia per la poveraglia...
      - Dillo a me!
      - E a me!
      - Tira via, tira via, che non voglio saperne di miserie.
      - Alla vigilia di san Michele, questa disgraziata che non aveva saputo mettere da parte i denari dell'affitto....
      - Come doveva fare povera diavola?


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Alla conquista del pane
di Paolo Valera
Editore Cozzi Milano
1882 pagine 237

   





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