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      Il tuo Dio è morto. Oh ma ancora un dubbio! Ma perchè, ma perchè? Non si è egli sbugiardato? Non si è egli rivelato un volgare truffatore di fama e un giudice cretino? Via, via, io non ti voglio più. Se esisti ti sputo in faccia, perchè crudele, perchè assassino, perchè ignorante perchè vendicatore e se non esisti mi palpo gli occhi e cerco una lagrima per le ore stolidamente sciupate.
     
     
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      Ho la bile negli occhi e mi sento, digiuno, trasportato alla battaglia. Ma o signori chi siete, voi che passate tronfi come tacchini, sbuffando la vostra opulenza, schizzando in faccia agli ultimi venuti il fango delle vostre carrozze? Chi siete voi che mi urtate senza rialzarmi, che mi subissate col vostro disprezzo e mi sputate sulla schiena senza dirmi: scusa? Il vostro nome o illustri ganasciuti che vi mettete dappertutto, che sequestrate tutto e che dappertutto comandate, imperate, signoreggiate? Per voi soli quei miracolosi palagi edificati dalla plebe, quei cavalli che nitriscono il sudore del villano, quelle cucine sbuffanti la lussuria delle pancie - quelle stoffe quelle sete, quelle trine intessute dalla ciabattaglia umana che immiserisce e crepa? O diteci per quale via e con quale diritto siete entrati nel regno della baldoria? Non è più il ragazzo, è l'uomo che v'interroga. Su parlate. Oh anche le donne, anche le figlie rapite, Guardate, quella fanciulla che passa sultanescamente sdraiata nella vittoria, che dispensa promesse dal verdemare degli occhi, l'ho veduta io al lavatoio, ginocchioni, sulla pietra a torcere a due braccia le vostre lenzuola!


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Alla conquista del pane
di Paolo Valera
Editore Cozzi Milano
1882 pagine 237

   





Dio Guardate