Pagina (222/237)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Uno aveva nome Dossi, nome che noi allungavamo fino al diminutivo Dossiet; l'altro Balin, un pseudonimo che portava da bambino, ragione per cui egli stesso non sapeva nè il nome nè il cognome. Due tipi conosciuti anche sul lastrico milanese. Il primo era un ex facitore di bastoni che appariva trenta o quaranta volte all'anno, specialmente nell'inverno, davanti alla piazzetta di San Sempliciano, con una tovagliata di bacche da raspare. Il secondo, un gobbetto, o piuttosto una schiena verso terra, dalla faccia lunga, a mezza luna, sbarbata, con una mazza di fazzoletti e qualche pezza di cotone colorata. Chi vœur i fazzolett? Bei fazzolett! Tanto l'uno che l'altro, li ho conosciuti a Bergamo, in casa dell'affittaletti che tutti i girovaghi conoscono col nomignolo di Baggià(5), un omone alto, ampio di torace, dal vocione simpatico e dalla mano vigorosa come una morsa. Si girava il piazzale della verzeria (parlo della città bassa), si scantonava un lembo di portico, si entrava in un vicoletto oscuro e si entrava in casa sua. In casa di un uomo patriarcale, che ci teneva tutti, vecchi e giovani, maschi e femmine, per i suoi figli e che aveva il fegato sano di darci da mangiare anche quando eravamo in bolletta, Poichè, dopo tutto, nessuno, che io mi sappia, gli ha mai lasciato il chiodo di un centesimo.
      Coi galantuomini noi si era onesti.
     
     
     *

      * *
     
      Sossi vendeva il similoro, vale a dire anelli, spille, orecchini e certi gingilli ingemmati, imperlati, cesellati, che egli faceva spiccare su una distesa di carta che tirava al rosa.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Alla conquista del pane
di Paolo Valera
Editore Cozzi Milano
1882 pagine 237

   





Dossi Dossiet Balin San Sempliciano Bergamo Baggià