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      La risposta è facile: non abbiamo detto che era coraggioso?
      Va bene, ma quando si è in gabbia, a faccia a faccia con uno abituato agli omicidi, non si presta tanta fede al proprio coraggio. Il mio sarebbe venuto meno
      .
      Il mio, no. Io avrei imitato il commendatore. Avrei pensato, come deve avere pensato lui, che un attimo di debolezza non mi avrebbe giovato che a farmi scannare qualche minuto prima. Col Lacenaire siciliano che può dire come quello francese: uccido un uomo colla stessa facilità con cui vuoto un bicchiere di vino, non c'è da scherzare, né da pensare alla pietà. Non c'è che da premunirsi e prepararsi al duello corpo a corpo. Fu l'entrata del conduttore, che gli fece smettere di dedicarsi al pericolo.
      Lasciatemi dunque continuare.
      Lo scompartimento del vagone fumatori era questo. Tappezzato di un tessuto di crino bianco, con uno spazio tra i sedili di sessantacinque centimetri. La lotta spaventevole è incominciata in questo luogo angusto. Lo sconosciuto, non appena vide il ferroviere, mise la mano sul coltello o sul pugnale. Il ferroviere doveva tenere o l'uno o l'altro nella manica o nella saccoccia destra. Lo sconosciuto, colle spalle verso Palermo, si è alzato e si è precipitato sul viaggiatore che aveva le spalle verso Termini, menandogli un colpo che lo deve avere fatto gridare: assassini! aiuto!"
      Se avesse avuto tempo di gridare, è probabile che i viaggiatori del terzo scompartimento avrebbero sentito e sarebbero accorsi a disturbare il loro lavoro
      .
      Il secondo scompartimento, cioè quello tra il primo e il terzo, era vuoto.


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L'assassinio Notarbartolo o le gesta della mafia
di Paolo Valera
pagine 313

   





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