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      Eccone la lacerazione: eccone i puntini di sangue scolorato. Qui, uno degli assassini, o probabilmente il complice che stava fuori alla vedetta, è venuto con del liquido a cercare di farli scomparire. Questa sfregatura è di una importanza somma. E ne troveremo delle altre. Se i complici o qualcuno degli assassini o gli assassini avessero avuto nulla di comune col personale di servizio, perché si sarebbero data la cura di far scomparire le tracce di sangue?
      La colluttazione è innegabile. Ce lo dicono tutte queste macchie di sangue mal lavate e sbiadite. Ce lo confermano i suoi guanti tagliati e le sue mani ferite."
      Ah se il commendatore non avesse avuto i guanti!
      La lotta sarebbe stata più accanita. Ma il povero Notarbartolo sarebbe caduto sotto i loro colpi lo stesso. In uno spazio di due metri e centimetri di lunghezza e di due metri di larghezza il fucile può diventare un impaccio. Il revolver avrebbe cambiato la sua posizione. A proposito, e perché i nostri signori assassini si sono serviti del coltello da beccaio - sempre lungo - sempre incerto dove va a ferire, invece dell'arma da fuoco, spiccia, che finisce la vittima senza darle tempo di difendersi? Notate anche questa circostanza. Non potevano essere esperti come credete
      .
      Certo, non negherete che hanno avuto l'abilità di preparare bene il delitto
      .
      Non si cresce sui treni senza imparare qualche cosa, diamine!
      Dalle ferite alle mani inguantate, è fuori di dubbio che il commendatore ha tentato più volte di impadronirsi del ferro omicida.


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L'assassinio Notarbartolo o le gesta della mafia
di Paolo Valera
pagine 313

   





Notarbartolo