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      Perché il sangue non è uscito dagli abiti di Notarbartolo?
      Perché questi specialisti del delitto - come li hanno chiamati i componenti la commissione d'inchiesta - si sono giovati di tutti gli strattagemmi. Non gli avevano ancora tolte le forze di difendersi, che già il Notarbartolo aveva sotto i piedi il suo paletot.
      Palpitava ancora e l'assassino che gli aveva trattenuto le braccia, gli toglieva la giacca per ravvolgergli la testa insanguinata. Aspettate. Non vi ho risposto. La mia risposta è questa: che non appena il commendatore piegava da tutte le parti, non lo lasciarono più adagiare. Lo finirono in piedi. L'aiutante del carnefice lo teneva su per le spalle e il carnefice gli sprofondava con veemenza il pugnale o il trinciante nella regione cardiaca. In piedi il sangue non usciva: discendeva. Colava dalla maglia nelle mutande. Usciva dalle ferite, si diffondeva e irrorava la pelle e si accumulava nelle scarpe.
      Sapete che io non parlo mai a casaccio. Ciò che dico è il risultato delle mie indagini e dei miei studii. Metterei la mano nel fuoco che gli assassini hanno portato Notarbartolo allo sportello prima che lo avessero completamente finito. Egli era allo sportello d'uscita che gemeva col naso sui vetri, che implorava forse ancora il soccorso".
      È strano che con gente nello stesso vagone, con gente nel terzo scompartimento, gli assassini abbiano potuto consumare il loro esecrabile delitto, senza che le grida del povero commendatore abbiano potuto essere sentite!
      In questo c'è nulla di strano.


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L'assassinio Notarbartolo o le gesta della mafia
di Paolo Valera
pagine 313

   





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