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      Ma caro mio, non erano né potevano essere tanto stupidi! Sapevano bene che alle volte i corpi tepidi ritornano alla vita!
      Eccomi a disfare la vostra teoria scientifica. Via, siamo serii! Non è da par vostro disputare su un'opinione generale. Qual era il loro interesse? Protrarre più che mai la certezza dell'assassinio e fare scomparire le tracce che l'assassinio sia stato consumato in treno. Di qui non si scappa.
      La posizione si prestava. C'era il dislivello che dava loro la posizione dell'altura. La distanza non era di quelle insuperabili. Dallo sportello della vettura al muretto non esistevano che trenta centimetri. Un po' più di forza e sarebbero riusciti. Tutto induce a credere che questa era la loro intenzione. Le macchie di sangue sulla predella sgoggiolate dal cadavere, le macchie di sangue sul gradino, le macchie di sangue sul terreno, la chiazza di sangue a pochi millimetri dal murello e la scrostatura dell'intonaco segnano il viaggio del cadavere. Un po' più di sforzo, caro mio, e Notarbartolo sarebbe stato travolto dal torrente e scaricato in mare. Ma se non era la loro intenzione di far scomparire la traccia di un viaggiatore assassinato in treno, perché gli avrebbero tolto il biglietto ferroviario?
      Un altro dubbio e ho finito. Il coltello. Perché avrebbero buttato via il coltello nella galleria se non avessero finito di servirsene?"
      Ve lo dico subito. Perché uno degli accoltellatori è stato preso dal panico
      .
      Di tanto in tanto vi piace dimenticare che sono assassini determinati, abituati agli assassinamenti.


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L'assassinio Notarbartolo o le gesta della mafia
di Paolo Valera
pagine 313

   





Notarbartolo