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      Le confessioni gli dànno sbattimenti in tutta la persona e gli fanno palpitare le pinne del naso. Chiama i vigliacchi carugnoni. Suggella i suoi convincimenti cogli adagi, i quali condensano, per lui, la sapienza. "Non cade foglia che Dio non voglia." "Chi male non fa, paura non ha".
      Egli è ammogliato con Giovanna Sterzi di Caccamo, stata, per qualche anno, l'amica fedele del capo brigante Antonino Leone. È anch'essa alta, ossuta, con una faccia da strega e l'occhio ladro.
      Nel marito è la pieghevolezza siciliana che obbliga a dare del don al primo scalzacane che porti il cappello e a dire voscienza all'ultimo dei galantuomini. Il suo linguaggio sente della omertà che può diventare sanguinaria. Nella moglie è la fierezza della donna che non conosce nessuno, che diffida di tutti, che non ha altro dio che il suo uomo, nel quale crede, per il quale è pronta al sacrificio, al quale consacra l'esistenza come una martire del focolare.
      La morale dell'uno è la morale dell'altra, la volontà dell'uno è la volontà dell'altra e tutti e due sono carichi di emozioni per i loro figliuoli.
      Quando ci trovavamo nel loro tugurio lugubre, la madre accarezzava loro la testa con la mano scarna e il padre si compiaceva di manifestarci il suo bene per Bastiano e Filippo, parlandoci del giorno in cui dovranno diventare soldati.
      Una legge senza viscere, signorini! Il siciliano non è abituato alla coscrizione dei piemontesi. Quando ci porteranno via i nostri figli moriremo, io e la mia vecchia, di crepacuore.


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L'assassinio Notarbartolo o le gesta della mafia
di Paolo Valera
pagine 313

   





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