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      Per Tizio è divenuto un ladro e un assassino, per Caio il tipo più svergognato della delinquenza siciliana, per Sempronio un farabutto cui la giustizia avrebbe dovuto appendere da un pezzo.
      Ma in fine
      , domandò la signora Giselda", si può sapere di chi si parla"?
      Gli uomini si guardarono in faccia.
      Ormai
      , disse il giudice istruttore, "è il segreto di pulcinella".
      Si parla di Raffaele Palizzolo
      .
      Si sonò il campanello e vennero annunciati il signor Legato procuratore generale, con la sua signora; e i coniugi Arrivabene.
      Se si passasse nell'altro salotto?
      Erano tutte persone che si conoscevano e che si vedevano ai giovedì della conversazione.
      Il Legato era un omaccione con una faccia sempre rannuvolata come un temporale, ma di temperamento dolcissimo. La voce pubblica ne aveva fatto fuori un magistrato inesorabile, ma gli intimi sapevano ch'egli non lo era che per le alte canaglie. La pietà per costoro non era il suo forte.
      Si abbandonava nella poltrona a braccioli come un quintale di carne abbandonata nel vuoto. Accanto al tavolino che gli si metteva nei dintorni della sua immensa poltrona, accendeva il sigaro e si umettava di tanto in tanto la gola con dell'acqua zuccherata.
      Egli era astemio. La lunga carriera giudiziaria aveva finito per fare di lui un credente dell'astinenza. In trent'anni non gli era toccato di occuparsi dei nemici delle bevande spiritose che due volte. E anche in queste due volte non si trattava che di reati passionali.
      L'Arrivabene ne aveva sentito il bisbiglio, ma ora che tutti gli andavano coi piedi sullo stomaco era divenuto reticente.


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L'assassinio Notarbartolo o le gesta della mafia
di Paolo Valera
pagine 313

   





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