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      Tu piangi! Non piangere. Ti sciupo il romanzo, ma ti scateno dalle illusioni che preparano all'infedeltà coniugale. Per la nostra classe non c'è amore coniugale. Li ho conosciuti questi santuari domestici. Mariti e mogli ci ingannano quando ci parlano dei loro affetti eterni. Non è che nel romanzo dell'idealista che il matrimonio finisce bene. Il matrimonio della gente lussuosa è una sciagurata lotta fino alla morte di uno degli associati. Ti spavento? Le giovani si spaventano assai più della ragione brutale, che della violenza fisica. Ma è così. L'uomo stanco e vedovo di tante donne prende moglie, e ritorna sollecitamente al capriccio per la donna che rappresenta il trionfo della materia sullo spirito. La donna prende marito fresca e vigorosa e smagata si butta deliberatamente nell'adulterio. I tuoi singhiozzi mi rompono il cuore. Ti ho amata, vorrei continuare ad amarti. Dovevo pensarci prima, lo so. Ma non credere che sia il denaro della marchesa o della vedova del magistrato che mi sottragga ai tuoi abbracci. Non ho bisogno di danaro. Non sono che coloro che pagano i conti come Balzac che ne siano sempre assetati. Credo, ti credo, posso credere tutto. Purché la cosa sia incredibile. Mascalzone? Sfogati, cara mia. Un giorno ti ricorderai con orrore della commedia che rappresenti in questo momento. Ma sì, ma sì, sfogati, accusami pure di avere tradito anche una povera monaca guardarobiera. Il sottovoce deve essere la persecuzione della mia vita continua, mi ci sono abituato.


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L'assassinio Notarbartolo o le gesta della mafia
di Paolo Valera
pagine 313

   





Balzac