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      Poi, Luciani, aveva incaricato troppe persone. Quando si è in due a portare il segreto di un assassinio, uno dei due è già di troppo. L'esistenza del secondo turba continuamente quella del primo. Egli non aveva neppure tenuto calcolo che i sicarii nelle mani della giustizia lasciano giù subito le brighe e accusano il mandante di tutti i loro istinti scellerati. Vi ricordate di Beaujean, il souteneur parigino del 1892? Non ha esitato un minuto a denunciare la sua complice. Sono persone che non hanno coscienza di quello che fanno. Ed è più che naturale. Se l'avessero non accetterebbero di accoppare il nemico di un altro in un paese ove funziona la legge contro gli omicidi. Ma l'errore più grave e più stupido di Luciani è stato quello di non avere distrutto o piuttosto di avere creato un itinerario al denaro. Non è che il pazzo che prende a prestito il denaro che deve pagare gli agenti del misfatto. Lo si ruba, lo si fabbrica, non lo si prende a prestito. Egli è stato proprio perduto dal biglietto da mille che gli ha prestato il principe Odescalchi.
      Guardava l'orologio. L'attesa gli era divenuta insopportabile. Veniva o non veniva? Egli si sentiva agitato come se fosse già lordo del sangue che stava per spargere. Si scuoteva e tornava con le idee nere al suo chimico. Se il furto di una testa di chimico fosse stato possibile non avrebbe indugiato un minuto. Come distruggere un cadavere? E nell'interrogazione gli risaliva il livore alle labbra. Maledizione! maledizione! maledizione!


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L'assassinio Notarbartolo o le gesta della mafia
di Paolo Valera
pagine 313

   





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