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      E questa parola tragica gli risonava in tutta la persona, e gli rimescolava il fondaccio dei suoi rancori. Come si distrugge un cadavere? Avrebbe dato sé stesso per saperlo. Aveva letto in un libro di anatomia che colla corrosione si distruggevano tutte le materie organiche di un organo. Ma l'autore non gli aveva detto in che cosa consisteva il metodo di corrosione. Di che cosa era composto? L'interrogazione lo mandava al finestrone, attraverso i vetri del quale vedeva il cielo cupo, gli alberi con le rame alte nell'ombra imploranti il perdono di Dio. La luce fosca sul prato bruno gli intetrava il pensiero.
      Sì
      , diceva, "io sono nel suo cervello come lui è nel mio. Io non dò posa al suo spirito come lui non dà posa al mio".
      E colle ultime parole gli si contraevano le linee facciali e gli si chiudevano i pugni come se nello sforzo lento si raccogliesse tutto il suo odio.
      Gli mancava un sottovoce e l'ha trovato. Le otto mila e seicento lire del Banco che hanno servito alla mia elezione. Non ci voleva che un'altra goccia perché il liquido traboccasse. È traboccato.
      Riseduto, cogli occhi sull'orologio, la sua vita interiore ricominciava a rituffarlo nel sangue di colui che gli aveva distrutto la pace. Incendiarlo! ecco tutto. L'idea gliela suggeriva la cremazione. Egli aveva assistito con degli altri onorevoli all'incenerimento del deputato Olivetto, ed aveva veduto che di quel quintale di letame non era rimasto che un pizzico di cenere. Invece di distenderlo sulla grata, egli si proponeva di chiuderlo in un recipiente di zinco con dei preparati chimici che ne assorbissero l'odore pestifero.


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L'assassinio Notarbartolo o le gesta della mafia
di Paolo Valera
pagine 313

   





Dio Banco Olivetto