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      Ma che dessa, coi suoi derivati, voleva dire bellezza, leggiadria, perfezione. Una ragazza belloccia coi soliti occhioni neri e coi soliti capelli lunghi e morbidi era una mafiusa, una mafiusedda. Se si vedeva una casina di qualche popolano linda, in piedi con una certa civetteria, la gente la diceva una casa mafiusedda. Un oggetto fatto con garbo, in Borgo, diventava mafiusu. I girovaghi, i venditori ambulanti passavano per le vie gridando le loro cose mafiose. il venditore di scope, per esempio, si serviva di quest'aggettivo".
      Haju scupi d'a mafia! Haju chiddi mafiusi veri!
      Non mi stanco mai di sciupare un'oretta in via Maqueda, dove sono i negozi grandiosi di mode. Il mio piacere è quello delle signore. Mi fermo davanti le offellerie come dinanzi ai quadri dei pennelli illustri. Guardo, vi lascio gli occhi nei pasticci qualche minuto e poi entro a farmene delle spanciate. Non ho mangiato tanti dolci in vita mia. Le palermitane non ne sono mai sazie. Che belle donne le palermitane! Un uomo muore nei loro occhioni annegati nella dolcezza che inghiottisce! Hanno teste superbe. I loro capelli sono tutto ciò che ho veduto di lussurioso. C'è da perdersi dentro come in un mantello di fili di seta lunghi fino ai piedi. Oh come è bella la capigliatura delle palermitane! Ne ho vedute tre ieri che andavano via nel sole abbagliante del marciapiede, le quali avrebbero imparadisato l'artista alla ricerca della grandiosità plastica!
      La loro mollezza non imbruttiva la forma.
      Girellando per le vie vi accorgete di essere in casa di una popolazione che ha l'arte nei costumi.


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L'assassinio Notarbartolo o le gesta della mafia
di Paolo Valera
pagine 313

   





Borgo Maqueda