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      È capitato a un capo della polizia parigina, di scoprire un assassino, certo Kaps, solo guardandogli le mani, straordinariamente lunghe e larghe, perché gli ricordavano quelle di Troppmann. Ma Goron, l'ex capo della sureté ha fatto degli studii antropologici, è stato un limier di primo ordine e aveva agio di confabulare coi futuri inquilini del museo criminale.
      Se vogliamo fare senza la dichiarazione del Cannella, abbiamo quella di Pancrazio Garufi, un altro della cosca, è vero".
      Spiegatevi, non vi capisco
      .
      Lo sapevo che non mi avreste capito. Voi ignorate il gergo o il linguaggio mafioso. Non c'è classe di delinquenti che non si serva di parole speciali, create dal bisogno di non essere intesi dai membri delle altre classi. Nei bassi fondi trovate dei filosofi. Cosca è un carciofo. Ma il significato mafioso è combriccola, lega, gente unita come le foglie di un carciofo. L'insieme è il capo, le foglie sono gli associati. La mafia non è un'associazione propriamente detta, ma può essere la cosca di un dato luogo, di un dato paese, di un dato capo. La cosca palizzoliana, per esempio, è l'aggregazione degli aderenti alla persona di Raffaele Palizzolo. La mafia non ha un dizionario ricco come la camorra, ma le cosche si servono di vocaboli comuni. I mandriani delle cosche delle montagne del mistrettese chiamano lu lecca sapuni il coltellaccio, e lu scusàturi il coltello col quale il mafioso scucisce il tessuto, la pelle della vittima. Notate come è espressivo questo arnese che scucisce la pancia o la regione lombare?


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L'assassinio Notarbartolo o le gesta della mafia
di Paolo Valera
pagine 313

   





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