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      Non ho paura, non c'č d'aver paura, ma ho bisogno di sviare il pensiero che ritorna insistentemente sulla stessa cosa. Siamo intesi, io vado. Guarda che sole! Con tanta povera gente che cerca cogli occhi un rovescio d'acqua, ci sono dei raggi che bruciano la pelle. Il sole č la mia persecuzione. Lo odio. Ne abbiamo troppo. Ci vorrebbe un acquazzone di tanto in tanto. Vado. Ti raccomando quello che ho detto. Acqua in bocca su tutto".
      La La Monica era rimasta lė con un cerchio alla testa. Il marito l'aveva confusa con un fiume di parole che diceva niente. Guardava la caldaia con gli occhi spalancati e la bocca aperta. Le pareva di avere sulle pupille una foscaggine sanguigna dalla quale avrebbe voluto liberarsi.
      Le storie erano storie. Ella aveva sempre sentito dire che la farina del diavolo finisce in crusca. Il pane condito di sangue non era fatto per la sua gola. Pių ci pensava e pių si convinceva che il marito aveva indosso il demonio. Ce l'avevano stregato, ce l'avevano. Ella aveva consumato pių d'una candela alla Madonna delle Grazie, ma non c'era riuscita. Il diavolo era pių forte. Poi, angosciata, si lasciava abbrustolire dalle fiamme senza accorgersene.
      Angela, non vedete che bolle da due ore?
      Si scosse e la pregō di darle una mano a portare la caldaia nel cortile.
      Infilarono la stanga nell'orecchione e la levarono di peso. L'Angela rinculava e la Maria la seguiva, divise dal fumo che andava su fino al soffitto.
      Di fuori, le venne in mente la carne.
      Andrai a Palermo, Maria, dal macellaio.


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L'assassinio Notarbartolo o le gesta della mafia
di Paolo Valera
pagine 313

   





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