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      Porterai a casa sei libbre di carne. No, non sono troppe. Andrea č un pezzo che non ne mangia e noialtre non ne sappiamo pių il sapore. Strada facendo va' alla masseria a salutarmi la Zena e a dirle di venire domani a mangiarne un boccone, sei buona?
      Tozza, con quarantacinque anni sulle spalle, un po' piegata, era ancora sana e robusta come una quercia di pochi anni. Magra, secca, coi capelli spettinati e abbrustoliti dal sole infocato, con le braccia che parevano randelli coperti di una pelle grinzosa e bronzata, maneggiava e torceva la biancheria lunga e voluminosa senza fatica. La tirava fuori dall'acqua bollente, la tuffava in quella fredda del navello, ve la diguazzava, la riprendeva inzuppata, la torceva con due colpi che la faceva pisciare da tutte le parti e la sbatteva pių volte, a due mani, sulla pietra levigata. Poi, con la spazzola di saggina dura, la spazzava dell'ultima sudiceria. La ricacciava nel navello, ve la risciacquava per strizzarla coi contorcimenti fino all'ultima goccia. Cosė spremuta la buttava attraverso la corda che andava da un capo all'altro del muro, e la distendeva tutta fumosa.
      Sbatteva le lenzuola con violenza e si dava della balorda. Non c'era da dar torto a nessuno. Tutte le sue gatte da pelare le aveva prese con le sue mani. Il suo primo uomo era un beone e uno smanaccione che le dava pių botte che bocconi di pane. Egli č morto e gli ha perdonato. Non passa dal cimitero senza dire due avemarie per l'anima sua. Il secondo l'ha sempre rispettata e non le ha mai dette le parole offensive dell'altro.


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L'assassinio Notarbartolo o le gesta della mafia
di Paolo Valera
pagine 313

   





Zena