Pagina (202/313)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      Come va la campagna
      , domandò loro. "Siete contenti di voi stessi?"
      Contentissimi, signor Barone. Le messi di quest'anno saranno superiori anche di quelle dell'anno scorso. I vigneti sono carichi di grappoli
      .
      State bene, addio
      .
      Ci saluti la signora Baronessa
      .
      Grazie
      .
      Svoltammo e sentii come un coro di preghiere che veniva da non sapevo dove che mi inteneriva anche perché eravamo in pieno tramonto e circondati dal silenzio.
      Sento come un canto, barone
      .
      È il coro delle donne in chiesa. In religione io non c'entro. Ho anticipato loro i danari per fabbricarsela, e adesso se la sono pagata e pagano a quote per il suo mantenimento e per il mantenimento del sacerdote e dell'organista. La religione è del lusso e il lusso non entra nel mio programma. La chiesa ha spiritualizzato e dato un non so che di divino al verbo potere. Io invece sono in questo zoliano. Voto per la gioia di vivere
      .
      Il barone parlava ancora di innovazioni e io passavo in mezzo all'atmosfera traslucente del giorno che moriva e mi perdevo cogli occhi sulla torre del granaio, intorno alla quale svolazzavano torme di piccioni e facevano giri lunghi sciami di corvi che cracidavano per l'aria disperatamente. Un'idea sciocca mi germogliava in quel momento. Paragonavo il barone a Notarbartolo e vedevo il primo cadere come il secondo rovesciato dalle mani mafiose che adempivano al mandato dei baroni e dei gabellotti che avevano veduto in lui il nemico della loro classe e un allevatore di persone rivoltose. Avrei gridato, avrei chiamato gente se la paura che mi aveva preso tanto intensamente non se ne fosse andata alla prima distrazione che mi veniva data dal Castello.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

L'assassinio Notarbartolo o le gesta della mafia
di Paolo Valera
pagine 313

   





Barone Baronessa Notarbartolo Castello