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      Guardatevi dai mali segnati! aggiungeva facendosi il segno della croce
      .
      L'arrivo di Filippella, col carretto carico di pacchi, di pacchetti, di bottiglie, di piatti e di tanta roba che commoveva lo stomaco della gente che stava là col gobbo a bocca aperta, fece smettere la maldicenza. In fondo la folla si sentiva il bisogno di scaricarsi di uno sputo contro del Filippella che aveva dimenticato mezzo paese. Il curatolo della Sassaiola aveva troppo da fare per occuparsi di tutti gli amici aggruppati che lo salutavano senza risposta.
      Ti saluto, Filippella
      .
      Filippella aveva chiamato Antonio, e Antonio continuava a passare la grazia di dio al garzone Giovannino che la portava sulla tavola lunga, sotto il pergolato, ove si doveva fare il banchetto. Le bottiglie che passavano da una mano all'altra, attraverso al sole, lasciavano vedere a tutti che era del vino color d'oro che fremeva.
      Buttacene una, Filippella
      , gli disse il gobbo. Il curatolo, alto più di un paracarro, spalluto, con una testa piatta che pareva un bosco di capelli neri e crespi, gli piantò in faccia la sua faccia corta con le labbra fatte a culo che spetezzava.
      Gli occhi di Tognino si voltarono con dei guizzi che rivelavano la procella dei suoi pensieri e si grattò i padiglioni delle orecchie che piegavano su sé stessi come per sottrarsi a un prurito spasmodico e lasciò ricadere le mani voluminose con le dita lunghe e pelose che si movevano come tentacoli. La collera rattenuta gli aveva dato il colore della morte.
      Ti butterò le ossa da piluccare se vieni più tardi


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L'assassinio Notarbartolo o le gesta della mafia
di Paolo Valera
pagine 313

   





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