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      Non so più mangiare che sulla tovaglia pulita. Mi ricordo il baccano che ha fatto l'ultima volta, perché il cameriere gli ha portato in tavola il trinciante invece del tagliapesce. Lui è educato e ci tiene a queste cose da nulla. Tu, Saladino, servirai da questa parte, e specialmente il padrone. M'importa poco degli altri. La oliera d'argento colle ampolle di cristallo va qui, per lui. Me l'ha prestata il suo maggiordomo e guai se non gliela restituisco. Qui anche il portastecchi, qui anche la pepaiuola. Saladino, ti raccomando i suoi bicchieri. La semplice appannatura gli fa andar via la voglia di bere. E io voglio che sia allegro oggi, il padrone. Bene, bene, quella lattuga del nostro orto. Angelina, lavala e rilavala e non mettere nell'insalatiera che quella candida. Egli è contentone quando può mangiare qualcosa cresciuto sul suo fondo. In pochi anni lo ha ridotto un giardino. E oggi non gli verrà servito che il frutto delle sue fatiche. Carne del nostro bestiame, burro e formaggio delle nostre vacche, legumi della nostra ortaglia, vini dei nostri vigneti, frutta dei nostri campi e uova delle nostre galline, nate e venute su nei nostri pollai. Mi raccomando a te, Saladino, vado a dare un'occhiata alle cazzeruole
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      Luraschi godeva mezzo mondo nel frack del cameriere. Tiraboschi non voleva assolutamente. Egli diceva che tutti gli eccessi sono eccessi. In mezzo alla geldra dei mafiosi non c'era da scherzare. Il semplice sospetto lo avrebbe scontato con la vita. Ma non c'era pericolo.


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L'assassinio Notarbartolo o le gesta della mafia
di Paolo Valera
pagine 313

   





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