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      E ne hai dei nemici, onorevole
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      So anche questo e so anche che cosa si dice; ma tu hai veduto la fine che fanno. Parliamo d'altro, adesso. Come è andato il banchetto?
      domandò egli scomparendo sotto il pergolato e avviandosi al suo posto inghirlandato di fiori e sormontato da una corona d'alloro che lo fece sorridere.
      Da che il Prati è morto, non ci sono più poeti. Egli era il Verdi della lirica italiana
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      Parlava come se parlasse a sé stesso.
      C'è anche Carducci; ma è il Wagner della poesia. Non lo si capisce che studiandolo. E la vita è troppo breve per studiare quello che non si capisce di prima acchito. Dunque, avete mangiato tutti bene?
      Erano quasi tutti ubbriachi fracidi. Tranne Fontana e Prefaci, non c'era alcuno che potesse rispondere. Non si sentirono che dei grugniti e non si videro che delle mani che non sapevano più gesticolare. Egli era giunto quando gli stomachi erano colmi e i cervelli annebbiati.
      L'onorevole si guardava le mani inguantate e faceva delle considerazioni sulla plebe. Siamo ancora alle moltitudini dei tempi dell'impero Romano. I secoli sono passati senza lasciare alcun sedimento nel loro sangue. L'atavismo è nelle menti dei visionarii. Il mondo si trasforma, non progredisce. Gli individui di ieri sono morti. Ma quelli di ieri e quelli d'oggi sono identici. C'erano pitocchi sotto i Cesari e ci sono pitocchi sotto Umberto primo. I patrizi d'allora son diventati i signori d'oggi. Nulla è cambiato. Lungo la tavolata egli vedeva tutta la disperazione sociale. Migliaia e migliaia di leggi che dovevano, secondo gli autori, rigenerare le classi, portare il benessere e le consolazioni intellettuali in tutti; queste leggi hanno lasciato posto a delle leggi consimili, e la gente è ancora allo stesso punto.


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L'assassinio Notarbartolo o le gesta della mafia
di Paolo Valera
pagine 313

   





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