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      E io per non prendere la risoluzione di Javert, cioè di buttarmi nel mare, dovevo andare a dimostrargli che era tutto il lavoro di palizzoliani, ai quali era spiaciuto che io avessi preso il posto di De Blasi. Palizzoliani, sissignore! Palizzolo, a Palazzo Reale, era il protettore ufficiale dei mafiosi
      .
      Mi permetta un'altra domanda, signor ispettore. Non le è mai venuto nulla all'orecchio sul conto di Palizzolo, come mandante del secondo omicidio?
      La sera in cui avvenne il delitto in ferrovia, io mi trovavo in questura per il solito rapporto quotidiano. Seppi dal delegato Furia del cadavere che era stato trovato lungo la linea ferroviaria tra Altavilla e Trabia. All'annunzio il questore chiamò tutti i funzionarii nel suo gabinetto, per eccitarci a fare il nostro dovere e scovare gli assassini. Un giorno o due dopo mi venne fatto di parlare con un capo mafia del mandamento. Gli domandavo, chiacchierando, se si aveva sentore dell'assassino o degli assassini. Mi rispose, alludendo al Palizzolo, che l'autore non poteva essere altri che colui che aveva speso tante migliaia di lire per far scomparire un rapporto dal gabinetto di un ministro. Ella ha capito che il capomafia parlava del rapporto di Notarbartolo al ministro... non ricordo più il nome, contro Raffaele Palizzolo, sugli abusi al Banco di Sicilia. Le assicuro che la voce che lo additava come mandante dell'assassinio era una voce plebiscitaria
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      Scrissi un altro rapporto per il questore, dal quale usciva la sinistra figura del Palizzolo, circondata delle cause che potevano averlo indotto a fare assassinare il suo nemico naturale.


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L'assassinio Notarbartolo o le gesta della mafia
di Paolo Valera
pagine 313

   





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