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      Perché i falsi magistrati del falso Panama hanno copiato letteralmente un episodio del Gil Blas, ove è un capitolo in cui gli eroi del Le Sage raccontano come si siano trasvestiti da cancellieri e da commissarii dell'inquisizione per derubare un riccone ebreo. S'intende che bisogna tener conto del tempo.
      In quel periodo è noto a tutti, Parigi era turbata dagli scandali del Panama. Ogni mattina i giornali uscivano con delle rivelazioni. I nomi degli uomini che occupavano le più alte cariche dello Stato venivano denunciati e trascinati per la conversazione pubblica come dei birbaccioni che si erano arricchiti coi denari delle azioni del Panama. Non ricordo bene in quel mese quanti ministri e quanti deputati siano stati precipitati nel fango della corruzione. Ma mi ricordo benissimo che erano molti.
      I ladri moderni che persistono nella loro professione sono più di una volta giovani di grande ingegno che leggono e seguono il movimento della città, che lavorano assai meglio di un cronista che ha la vocazione del mestiere. Costoro sanno truccarsi in tutti i modi e per tutti gli ambienti, vivono da signori, hanno tre o quattro domicili in differenti quartieri, e non sono mai a corto di denaro. Essi hanno nulla di comune coi ladri che rubano perché non sanno dove dare della testa per mangiare malamente; ma sono ladri con un cervello rocambolesco, pieno dei Veri misteri di Parigi del Vidocq, pieno della poesia di Lacenaire, e pieno anche delle risorse della haute pégre (associazione di ladri aristocratici).


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L'assassinio Notarbartolo o le gesta della mafia
di Paolo Valera
pagine 313

   





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