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      C'è sempre in noi l'uomo che sommerge il funzionario o il giornalista impersonale. Prima si è come spronati dalla voluttà acre di riuscire a snidare o a procombere sulle mani che si sono lordate del sangue del prossimo; colte, si cade affranti, stupefatti della propria ferocia, malcontenti di tanto accanimento, e ci si sente come un po' responsabili della catastrofe nella quale abbiamo travolto coloro che crediamo colpevoli. Al momento di consegnarli alla giustizia si è commossi da una pietà profonda e si piangerebbe se la gente senza visceri non fosse lì pronta a darvi del bugiardo, a dire che le vostre lacrime sono quelle del coccodrillo.
      Non piangete, vili!
      Non siamo vili; siamo spurgatori sociali che aneliamo alla grandiosità della vita che rende felici gli uomini. Noi vogliamo l'ambiente tranquillo. Non vogliamo l'esistenza turbata dalla paura di essere freddati da un momento all'altro. Le persone che uccidono e le persone che fanno uccidere devono essere eliminate. Rifiutiamo di vivere colla gente che ci adultera la vita pubblica, che si vale di tutti i vizi umani per signoreggiare nelle amministrazioni cittadine, che ci tende l'agguato, che ci recide la gola nel sonno o ci colpisce nella schiena, mentre andiamo per i nostri affari, inconsapevoli di essere aspettati da un coltello inesorabile. A costoro diciamo: uscite! Uscite o perturbatori della vita pubblica!
     
      Un'ora dopo. - La sollecitudine con cui la Camera ha accordato l'autorizzazione a procedere contro l'onorevole R. Palizzolo è stata biasimata e lodata.


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L'assassinio Notarbartolo o le gesta della mafia
di Paolo Valera
pagine 313

   





Camera Palizzolo