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      Vi si schianta il cuore. Non vi si lascia vedere alcuno. Né la madre, né i figli, né le sorelle, né il padre.
      Tutto ciò è antigiuridico e inumano. Non c'è bisogno di infliggere ai presunti innocenti né tribolazioni, né disagi. Fino alla condanna la prigione non dovrebbe essere che un semplice Albergo di Detenzione, con tutto il comfort moderno. Con dei giardini superbi ove passare il tempo tutte le volte che i detenuti hanno bisogno di sgranchirsi le gambe o di una boccata d'aria; con una biblioteca ricca di pubblicazioni di tre o quattro nazioni, libera a tutte le ore, con una sala di lettura piena di giornali italiani, francesi, inglesi, e tedeschi; con una cucina che ristori lo stomaco colle vivande più squisite, con una cantina piena di vini prelibati a disposizione di tutti coloro che non si ubbriacano, con le terme nelle quali potersi tuffare a ogni momento...
      In una parola, vorreste, star meglio che a casa vostra
      , mi disse Tiraboschi che era stato a sentire questo mio ragionamento ch'egli diceva da utopista.
      Sissignore!
      gli risposi. "E perché non dovrei stare meglio in una casa dello Stato? Perché sono un detenuto? Evvia! Ma io, o mio caro Tiraboschi, dinanzi la legge e dinanzi agli uomini, sono un innocente. E se lo sono, se tale devo essere considerato, perché dovrei soffrire, patire, passare attraverso un periodo di sporcizia, di maltrattamenti, di privazioni, di punizioni? Perché, ditemi, non dovrei essere padrone di vedere chi amo, chi conosco, chi desidero in ogni giorno, a ogni ora, quando sono abbattuto e quando sogno un bacio o un abbraccio di una persona cara?


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L'assassinio Notarbartolo o le gesta della mafia
di Paolo Valera
pagine 313

   





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