Pagina (1/125)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      L'ancien régime doit mourir.
      TROTSKI.
     
      Da Nicola Romanov
      a Oulianov Lenine.
     
      Tra la grande rivoluzione francese e la grande rivoluzione russa non c'è analogia che nel finale catastrofico dell'antico regime. Le due monarchie sono cadute come due immensi bubboni purulenti che si slabbrarono e inondarono i due paesi di un fetore nauseabondo. Il tonfo dei rovesci dinastici è stato sentito in tutto il mondo. Le Corti nello sconquasso sono sembrate due ambienti di putrefazioni feudali. L'una non aveva nulla che non avesse l'altra. Gli stessi cervelli in decomposizione, la stessa corruzione, lo stesso assolutismo, la stessa terra dei supplizi. Due personaggi di trono che avevano lavorato i sudditi con la tirannia massima dei loro mostruosi avi. Due insensibili e insensati che si liberavano dalle moltitudini, che volevano vivere con le cariche dei corazzieri e dei cosacchi, che aggredivano e uccidevano. Due amorali. Luigi XVI viveva circondato da un centinaio di bastardi, sessanta dei quali li aveva ereditati da Luigi XV. Con tutta questa produzione bordelliera vi trionfava il demi-monde pieno di usurpatrici di nomi e di casati e di orizzontali di tutte le classi. Alte e basse Maintenon, alte e basse Pompadour, alte e basse Dubarry. Donne di selciato e di case tollerate. Così alla Corte di Nicola II, lui stesso un falso figlio di Alessandro III. Sciami di femmine e di lenoni. Sciami di granduchi e di grandi duchesse dell'alta scuola bagascera, gentiluomini e gentildonne invertiti, scandali viventi.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

La catastrofe degli czars
di Paolo Valera
Libreria Editrice Avanti Milano
1919, pagine 125

   





Nicola Romanov Lenine Corti Luigi XV Maintenon Pompadour Dubarry Corte Nicola II Alessandro III