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      L'organizzazione parlamentare voleva essere autonoma coi ministri responsabili: Voleva privilegi che nessun Czar avrebbe mai concessi. Il granduca Garemtjkine consigliava lo scioglimento della Duma. Stolypine diceva che avrebbe irritato il paese e suggeriva una dilazione. Che cosa si doveva fare? domandava una seconda volta l'imperatore. Che si deve fare? Il granduca Vladimiro, comandante della guardia imperiale, propose la corruzione. Egli diceva che gli uomini sono fragili. Che pochi resistono all'offa che eleva ed arricchisce. Promettiamo ai leaders dei cadetti titoli, onori e denari e la Duma sarà nostra. Il principe D'Oldemburg tendeva alla benevolenza. Voleva tentare di riacquistare la tranquillità con una conferenza che includesse i ministri e i membri moderati della Duma, fra i quali desiderava Stakhovic, il conte Heiden, il professore Chernechcvie e il principe Dolgoraukof. Nessuno aveva un piano possibile. Anche l'imperatore non sapeva che ripetersi. Che cosa fare? In quel momento giunse il fratello dello Czar, il granduca Michele Alessandrovic. Fra tutti si rivelò il più moderno. Il mondo era cambiato e lui propendeva per fare delle concessioni ai rappresentanti delle classi alla Camera.
      O cedere o perire.
      La faccia dello Czar divenne biancastra. Si alzò di nuovo e con la voce che sentiva della sua collera disse: Cedere! A chi? e in nome di che?
      Il fratello rispose:
      - Alla Duma e al suo presidente Mouromtzef in nome della dinastia.
      - Mai, scrisse il segretario Costantino, ho veduto lo Czar così eccitato.


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La catastrofe degli czars
di Paolo Valera
Libreria Editrice Avanti Milano
1919 pagine 125

   





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