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      Con lui non c'è niente da fare. L'imperatore è completamente nelle sue mani. Ecco perchè siamo decisi a farlo sparire. Egli deve sparire. Sparirà.
      - Come?
      - Egli è vendibile: o comperarlo o ucciderlo.
      - Chi lo ucciderà, principe?
      - I cento neri.
      Ci fu una discussione che ascese fino agli epiteti. I membri della Duma dicevano che ai neri non si poteva accordare l'impunità dell'omicidio e nessun bianco onesto avrebbe accettato il còmpito del sicario.
      - Avete ragione, agirò io stesso.
      Perchè non la si credesse una congiura di palazzo, volle che fosse presente alla tragedia un deputato e si scelse l'onorevole Puritkevic.
      Sulla morte del taumaturgo ci sono parecchie versioni. Il principe nella sera del 17 dicembre 1916 aveva invitato a cena i congiurati: due dei quali sarebbero andati a prendere Rasputin alla sua abitazione. Al palazzo vi era ricevimento. Sedevano a tavola il granduca Dmitri Pavlovic, il principe Jussupov, la ballerina Coralli, il deputato Puritkevic e un ufficiale. Durante la cena scoppiò una contesa. Uno dei commensali fece fuoco su Rasputin. Il secondo colpo fu tirato dall'onorevole. Il sudicione cadde riverso.
      Al palazzo di Tauride la versione era che Rasputin fosse stato assassinato in automobile. La terza versione è questa: che i congiurati tirassero a sorte a chi toccava ammazzarlo. Smontato dall'automobile i giustizieri lo avrebbero trascinato nel giardino e là, con due palle, lo avrebbero finito. Il cadavere sarebbe stato ricaricato e gettato nella piccola Neva. Egli era stato colpito alla testa e al petto.


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La catastrofe degli czars
di Paolo Valera
Libreria Editrice Avanti Milano
1919 pagine 125

   





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