Pagina (48/125)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      Intorno a Nicola si respirava un alito di sangue umano. Senza la sua aria modesta lo si sarebbe creduto il Calcraft della costituzione inglese o il Deibler della costituzione francese. Si vedeva in lui un carnefice.
      Kerenski, ministro della giustizia nel gabinetto del principe Lvof, non si lasciò commuovere. I Soviets e i sovietisti urlavano per un po' di giustizia, ma lui teneva duro. Lui vivo non avrebbe mai permesso di insultare la monarchia trecentenaria per violare la legge. Non voleva che il capo di un impero assoluto fosse responsabile degli avvenimenti che erano avvenuti nel suo regno. Mancherebbe! Lo Czar non poteva essere alla reggia e in ogni luogo. Il Consiglio dei Ministri fu con Kerenski. Neppure gli altri volevano maltrattare il povero Nicola. Per contentare gli insaziabili di giustizia, il Consiglio aveva aderito a mantenere la famiglia del Palazzo Alessandro di Zarkoie-Selo sotto una certa sorveglianza. E così venne sedato il tumulto che incominciava a ingrossare.
      L'ex-sovrano abitava un appartamento separato dalla famiglia, al secondo piano del Palazzo, dando la sua "parola d'onore" che non avrebbe mai cercato di rivedere la sposa. Durante la sua visita quotidiana ai figli la ex-Czarina doveva allontanarsi in un'altra ala del Palazzo. I funzionari e le persone del vecchio seguito non dovevano avere comunicazioni con la gente di fuori. L'uscita era loro proibita.
      Nicola era poltrone. Si alzava tra le nove e le dieci. Sdigiunava con una tazza di tè, con alcuni biscotti e con un uovo.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

La catastrofe degli czars
di Paolo Valera
Libreria Editrice Avanti Milano
1919 pagine 125

   





Nicola Calcraft Deibler Lvof Soviets Czar Consiglio Ministri Kerenski Nicola Consiglio Palazzo Alessandro Zarkoie-Selo Palazzo Palazzo