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      Io ho paura, sopratutto per mio figlio sempre sofferente.
      Kerenski, commosso, si affrettò a tranquillarlo asciugandosi gli occhi umidi di commozione. Avvocato, sentiva la causa. Con la sua eloquenza lo avrebbe strappato ai giurati. Gli prese le mani e con un leggero scotimento lo rese meno agitato.
      - Poichè voi leggete i giornali, gli disse, conoscete come la penso. Avversario assoluto di ogni processo, l'eviterò ad ogni costo. Io inclino a credere che una volta esiliato, i Soviets vi dimenticheranno... Contate sulla mia imparzialità.
      L'ex Czar non era ancora rientrato nella calma e nella sicurezza per quello che aveva udito dal ministro della guerra.
      - Lo so, conosco le vostre intenzioni a mio riguardo: Esse sono benevole e ve ne sono riconoscentissimo. Ma io temo che un giorno i Soviets vi forzino a levarvi contro di me.
      Forse non aveva torto. Una volta a Tobolsk i Soviets ricominceranno a urlare per riavere i Romanov. Non volevano assassinarli come avevano fatto "gli assassini del popolo", ma esigevano che tutti fossero processati e tutti subissero la loro sentenza. Era come innalzare il patibolo.
      I rappresentanti dei Romanov hanno lasciato Zarkoie-Selo alla mezzanotte del l° agosto 1917, accompagnati da nugoli di soldati a piedi e a cavallo. Prima che il veicolo si muovesse l'ex Czar fece i suoi addii agli ufficiali e ai soldati che lo avevano custodito. La sua voce tremava. Disse loro che sperava di ritornarvi. Un'ora dopo prese posto con la moglie e i figli in una automobile aperta.


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La catastrofe degli czars
di Paolo Valera
Libreria Editrice Avanti Milano
1919 pagine 125

   





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