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      È bastata una notte perchè Lenine e Trotski mettessero in dissoluzione cinque commissariati del popolo per far posto ai massimalisti. Non avevano fatto che quello che aveva fatto Kerenski. Tuttavia sono stati subito messi in giro come terroristi! Vincere con l'orologio alla mano per disfarsi dei nemici, è considerato dalla mediocrazia kerenskiana del terrore. Proconsoli! È che in loro sono la forza, l'energia e l'intelligenza. Un giornalista borghese ha scritto: Si potrà dire tutto della rivoluzione russa. Non la si potrà accusare di lunghezza. La situazione cambia di ora in ora. Gli avvenimenti si succedono vertiginosamente. La libertà di stampa è stata abburattata dalla violenza verbale. Ha dato ai più eminenti dei Comitati una discussione che ha fatto intervenire le due sommità del bolscevismo. Qualcuno ha affermato che la stampa deve essere libera. Gli si è subito risposto che la libertà di stampa deve avere un altro significato nella bocca di un socialista. La rivoluzione che si compie in questo momento non esita a mettere la mano sulla proprietà privata individuale ed è su questo punto che bisogna esaminare la questione della stampa. La chiusura dei bottegai del giornalismo borghese non è stata fatta solo per delle necessità militari nel momento della sollevazione, ma essa costituisce pure una misura di transizione alla scopo di stabilire un regime nel dominio della stampa, regime sotto il quale i proprietarii delle tipografie e della carta non potrebbero essere i fabbricatori onnipotenti ed esclusivi della opinione pubblica.


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La catastrofe degli czars
di Paolo Valera
Libreria Editrice Avanti Milano
1919 pagine 125

   





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