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      Per rifare l'esercito egli cercò l'aiuto delle organizzazioni operaie. Tutte assentirono. Gli operai passarono dall'officina alla caserma con entusiasmo. Armati, invece di procombere sui soldati di Kornilof, bloccarono il Governo di Kerenski. Fu l'ultima pagina di tutti i suoi comandi supremi. Fu la sua débâcle. L'esercito bolscevico era in piedi. La guardia rossa era nata. Costava. Riceveva il suo salario d'officina e una rimunerazione che saliva fino a 40 rubli al giorno. Con la minaccia di una invasione germanica, la guardia rossa è divenuta l'esercito rosso.
      Il Decreto del 15 gennaio 1918 che istituiva questo esercito, diceva: "Il vecchio esercito ha servito alla borghesia per l'oppressione delle classi lavoratrici. Passato il potere alle classi dei lavoratori e degli sfruttati, è nata la necessità di creare un nuovo esercito che serva di baluardo al potere dei Soviets e di base alla sostituzione dell'esercito permanente con una milizia che sarà il sostegno della futura rivoluzione sociale in Europa".
      Sono stati ammessi alla difesa della rivoluzione d'ottobre tutti i cittadini al disopra dei diciotto, con uno stipendio mensile di 50 rubli e con il mantenimento delle famiglie incapaci di lavorare fino al ritorno dei figli o dei mariti o dei padri. Nel febbraio si è annunciato che i tedeschi marciavano su Pietrogrado. I bolscevichi incorporarono senza aspettazione le guardie rosse nell'esercito rosso. Fu un attimo. Si vestirono, si munirono di armi e munizioni e partirono per la linea del fuoco.


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La catastrofe degli czars
di Paolo Valera
Libreria Editrice Avanti Milano
1919 pagine 125

   





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