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      Voi rimarrete sempre gli stessi buffoni della stampa antisociale. Uno di essi si è domandato in un suo libercolo: L'assassinio del povero Nicola segnerà uno svolto nella storia della Russia? Forse, ha risposto lo scriba. Altro che forse. La Russia del ci-devant Nicola è stata decomposta. Non esiste più. L'hanno trasformata. La morte di questo paltoniere imperiale, per i giornalisti russi, fuggiti sul continente, è stata inutile per la nazione. Non ci sarebbe stato che un imperatore in esilio. Egli era ormai l'impotenza. Voi approvate il verdetto che condanni qualunque rivoluzionario e trovate la pena toccata a Nicola ingiustificata! Canaglie! Basterebbero queste semplici parole per fucilarlo sette volte. Allo esordio del trono egli ha regalato alla nazione questo complimentoIl potere assoluto che ho ricevuto dalle mani di mio padre lo rimetterò intatto ai miei eredi
      .
      Qualunque morte abbia fatto la famiglia imperiale ci lascia indifferenti. Per gente che ha fatto tanto male non agli individui, ma alla nazione, non abbiamo compassione. Siamo di metallo. I dolori imperiali non ci fanno impallidire. Per corazzarci, non abbiamo che da voltarci indietro e camminare fra gli orrori dinastici. La vita dello Czar è stata una crociata contro la civiltà, contro le classi e le masse. Egli e i suoi hanno fatto piangere miliardi di famiglie per gli uomini e le donne di casa periti nei pozzi siberici e negli strazi senza nome in un ergastolo. Sì, sì, lo sappiamo. L'ex Romanov una volta imprigionato non è stato riottoso.


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La catastrofe degli czars
di Paolo Valera
Libreria Editrice Avanti Milano
1919 pagine 125

   





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