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      Punita! Non fu che il cambio. Una volta erano le moltitudini condannate ai mestieri di grosso e di fatica. Adesso sono gli ex signori. Gli ex signori si disperano per nulla. Sono disperati pure per gli accasamenti. L'invasione della poveraglia negli appartamenti degli ex Nabab della vita, li ha costernati. Non si sarebbero mai immaginato uno spostamento radicale come quello imposto dai Commissari del popolo. Ma loro non avevano pietà per le folle dei tempi della dominazione del ci-devant imperatore.
      Non si lamentavano allora di Nicola che occupava tanti terreni e tanti palazzi sufficienti a ospitare senza affollamento più di centomila famiglie.
      Lo stesso Palazzo d'Inverno, nel quale lo Czar, nel 1905, aveva messo il granduca Vladimiro Alessandrovic a dare ordini per il mitragliamento del popolo, occupa un'area di otto mila metri quadrati.
      Pare la costruzione di un rigattiere arricchito. Vi si trova un po' di tutto. Rinascenza italiana, stile greco, colore cioccolatto, mobili tedeschi, gobelins francesi, tappeti turchi, vetrate veneziane. La vastità dell'edificio è immensa. Un'inchiesta vi ha fatto trovare cinque mila persone che non erano che amici e parenti dei servi ignorati dalla amministrazione. Nei locali spaziosi dell'ultimo piano si sono scovate tre vacche per il latte fresco al personale di servizio. Cose dell'altro mondo! Ci sono tanti locali che lo Czar non poteva girarli con una passeggiata di 24 ore. Espulsi i parassiti che mangiavano a ufo, il personale addetto a un uomo o a una famiglia saliva a un esercito composto di venti divisioni di mille uomini ciascuno.


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La catastrofe degli czars
di Paolo Valera
Libreria Editrice Avanti Milano
1919 pagine 125

   





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