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      - Ella viene - rispose il presidente dei ministri, assumendo la maschera dell'uomo che aveva una notizia incresciosa da comunicare - ella viene per un pietoso ufficio: ho il dovere di darle un triste annunzio. È inutile. È tardi. Fino da ieri l'altro era già stato irrevocabilmente deciso il destino del Barsanti. Dopo tre discussioni nel consiglio dei ministri, si approvava la condanna. Tacendone e mostrandomi disposto a riceverla, ho creduto usare ad entrambi un atto di deferenza.
      Infatti, chiude la lettera della stessa Pallavicini alle donne d'Italia, nell'ora stessa in cui noi eravamo nel gabinetto del Lanza, l'infelice giovanetto era fucilato nel Castello di Milano e moriva col coraggio di un eroe.
      Gettai un acuto grido: un tremito convulsivo si impadronì della mia persona; per poco non caddi tramortita! Il mio compagno, infiammato da nobile indignazione, proruppe in parole severe e tristamente profetiche, che il Lanza non si dimenticherà giammai.
      E ci affrettammo ad uscire, inorriditi di un atto di fredda ed insensata crudeltà, aggravata prima dalla ripulsa e poi dalla apparente ingiuria verso chi a nome vostro (delle donne), interponevasi per impedirlo.
      Che il sangue di quella vittima ventenne non ricada su coloro che, a dispetto del popolo italiano, vollero assumere la responsabilità di spargerlo. Voi, o madri e figlie italiane e quanti avete sensi di sincero amore del paese, augurate all'Italia giorni migliori.
      ANNA PALLAVICINI TRIVULZIO".
     
      La notizia ha costernato tutti. La raccolta di tante firme era stata considerata un plebiscito nazionale, La grazia era in tutte le teste.


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Il cinquantenario
Note per la ricostruzione della vita pubblica italiana
di Paolo Valera
Casa Editrice Sociale Milano
1945 pagine 97

   





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