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      . - Gli scrittori sono dei parlamentari. Si capisce la loro prudenza. Volevano essere buoni con tutti. Ma l'epitaffio della seconda giornata era troppo eloquente perchè il popolo scappando verso le proprie case, non gridasse: Assassini! assassini!
      In terra erano rimasti centoventisette morti, tredici dei quali militari. Cose orribili. Ecco il tributo dei cadaveri votati al trasporto della capitale.
      Non m'occupo dei feriti. Ce n'erano delle infermerie. Non parlo degli arrestati. Non c'era più spazio per loro nelle prigioni. Si è dovuto mandarli altrove.
      Questa, o compagni, è la pagina della Convenzione del 15 Settembre. Cadaveri, cadaveri, cadaveri. L'Italia unita è tutta inzuppata del loro sangue.
      Il finale parlamentare è stato questo:
      Signori deputati, tacete, taciamo, dissero i Lamarmora del Ministero, chiudendo la Legislatura piemontese. Mandiamo l'inchiesta agli archivi e andiamo tutti a Firenze. È carità di patria tacere sui disastri umani: quello che è stato è stato.
      Viva il re! Viva l'Italia!
      La riabilitazione dei briganti.
     
      L'idea della patria indipendente, è concezione di intellettuali. Sono loro che l'hanno seminata, coltivata, diffusa, propagandata, fatta penetrare nei cervelli con la scuola, con i libri, con i giornali, con la leva militare, con la tribuna parlamentare. È per loro che è diventata una religione. Il solo dissenso in certi momenti equivale al parricidio.
      I senza patria sono di creazione moderna. Nei tempi andati non c'era probabilmente che il cinico. Ma finita l'espulsione degli stranieri, la patria è afflitta dai pretendenti.


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Il cinquantenario
Note per la ricostruzione della vita pubblica italiana
di Paolo Valera
Casa Editrice Sociale Milano
1945 pagine 97

   





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