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      De Sonnaz - il grande guardiacaccia non ha esitato a far agguantare dalla legge il giornale imprudente.
      Il processo è avvenuto a Milano. È stato intitolato il processo Tombolo, il luogo dove era la tenuta reale.
      È stato uno scandalo. Si è venuti a sapere che il re, in nome dei suoi sagrifici fatti per l'unità italiana, era divenuto il signore di dodici o quindici tenute con parchi per la caccia, di una estensione sbalorditiva. La monarchia costava in cacciagione milioni all'anno.
      L'accusato principale era un collega di quel tempo l'avv. Bottero. Era lui che aveva accusato di delitti di sangue i guardiani delle possessioni cosiddette reali.
      Con le sue rivelazioni si è venuto a sapere che gli omicidi rimanevano impuniti come nei tempi feudali. Chi indossava la montura reale non doveva essere importunato dalla legge. Erano i bravi del feudatario. L'accusato disse solo queste parole:
      - Nei parchi reali avvengono i più sciagurati casi, nei quali invece di selvaggina cadono degli uomini colpiti dal piombo dei guardiacaccia.
      L'accusatore dei guardiacaccia era l'on. Toscanelli.
      Egli, citato come testimonio, aveva una lista di tutti i morti. La sua presenza al processo ha fatto una impressione enorme. Egli non era mica un rivoluzionario. Era un uomo ricco a milioni, era parente del Peruzzi, era consigliere provinciale di Pisa, rappresentava il collegio di Pontedera, ed era stato eletto dalla VII alla XIV legislatura.
      Clericale, espulso dalla massoneria, e confezionatore di vini all'ingrosso.


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Il cinquantenario
Note per la ricostruzione della vita pubblica italiana
di Paolo Valera
Casa Editrice Sociale Milano
1945 pagine 97

   





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