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      Vedo semplicemente l'individuo che dice sul muro quello che non può dire su un pezzetto di carta. Supponete che un condannato di ieri possa credere che i suoi amici, oggi o domani, passeranno per lo stesso passeggio. Non esiterà un minuto a scrivere: "Amici, salute. Condannato a 14 anni e otto mesi. Uscirò il 1913. Coraggio! Salutatemi la Nina. Addio."
      Si è detto che la muraglia è il libro della canaglia, perchè vi si leggono ideacce che non possono nascere nel cervello dei galantuomini. È dubbio. Io vorrei vedere costoro per qualche mese o qualche anno nello stesso ambiente. A nessuno di noi, liberi, viene in mente di scarabocchiare sui muri i "morte ai boia!" State in prigione e vi vedrete un giorno o l'altro trascinati a manifestare il vostro odio contro la spia che vi avrà denunciato, o al giudice per salvarsi, o alla guardia per ingraziarsela, o al direttore per ottenere qualche favore. Le stesse guardie carcerarie, le quali sovente sono vittime dello spionaggio, partecipano di questo sentimento che erompe e trova il suo sfogo sulle muraglie delle casematte, degli ergastoli, dei bagni di tutto il mondo. In Francia i delatori sono perseguitati sulle muraglie come in Italia.
      - "Mort aux vaches!"
      Ci è toccata la prima ora di passeggio. Si esce volentieri alla mattina, specialmente quando si ha avuto una notte fosforescente come quella passata. Non sarebbe mancata che l'imprudenza di un solfanello per metterci in mezzo alle fiamme. I miei compagni sono quelli di ieri.
      Passeggiavano col piacere delle persone che godono mezzo mondo a sentirsi in mezzo all'aria fresca.


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Dal Cellulare al Finalborgo
di Paolo Valera
Tipografia degli Operai Milano
1899 pagine 316

   





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